L'origine della Fragola Favetta di Terracina.

Eugenio Pagliaroli CURIOSITA'

Frutto nobile, decantato da Ovidio, Plinio e Virgilio, trova, all’indomani della bonifica delle paludi pontine, terreno favorevole per l’impianto.
A partire dalla fine degli anni ’50, gli agricoltori dell’areale oggetto di caratterizzazione hanno favorevolmente accolto la proposta di un’azienda sementiera francese di impiantare una nuova varietà di fragola: la Favette.
Intenzione dell'azienda era diffondere la cultivar in tutto il mondo, ma questo frutto dolcissimo riuscì a trovare terreno favorevole solo nella pianura Pontina e da allora, la conservazione del seme avviene ad opera degli stessi agricoltori che mandano a fioritura le piantine.
La fragola favetta è di dimensioni molto più piccole delle altre cultivar, ha una forma tondeggiante, un acceso colore rosso, un alto grado zuccherino e un aroma molto intenso che la rende estremamente riconoscibile. La composizione del terreno in cui viene coltivata le conferisce delle ottime proprietà organolettiche, è ricca di vitamina C, di calcio, ferro e magnesio che la rendono utile per combattere il colesterolo e i dolori reumatici. La forte presenza di acido salicilico la rende inoltre un potente diuretico e depurativo. Le fragole contengono inoltre lo xilitolo, sostanza che previene la formazione della placca dentale e dell’alito cattivo, e sono dei potentissimi antiossidanti.
Viene piantata a settembre e il raccolto avviene da fine marzo in serra a fine giugno in pieno campo aperto.

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